Salsomaggiore Terme, migliora l'efficienza dell'acquedotto
Aumenta con costanza il rendimento dell’acquedotto di Salsomaggiore Terme: nel 2019 il rapporto tra il volume d’acqua fatturato e quello effettivamente immesso in rete sale di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2018 (74,49 % contro il 69,91%), mentre è pari a quasi il 15% l’incremento dell’indice – che in sostanza esprime la parte di distribuzione effettivamente andata a buon fine, cioè non dispersa in natura a causa di perdite occulte o manifeste – rispetto allo stesso dato del 2013 (59,5). Si tratta di circa 500.000 metri cubi d’acqua che verosimilmente non vanno più persi.
Il risultato avviene a quasi 10 anni dall’ingresso della città tra i Comuni serviti da EmiliAmbiente SpA, avvenuto ufficialmente il 1° gennaio 2011, ed è particolarmente importante se si considerano le caratteristiche del territorio in questione – localizzato in gran parte in zona montuosa/collinare – e dell’acquedotto che vi insiste, per chilometri di rete, numero di impianti e pressioni di esercizio.
“L’obiettivo che l’azienda si è posta a Salsomaggiore – afferma Andrea Peschiuta, Direttore Generale EmiliAmbiente – era davvero sfidante, perché riguardava la risoluzione di una situazione rimasta in stallo per molti anni. Ai nostri tecnici – e in questo caso in particolare, alla divisione responsabile delle reti di Salsomaggiore Terme e Fidenza – va il grande merito di averlo fatto proprio, lavorando con costanza nell’aumentare la propria conoscenza degli impianti e la capacità di monitorarne l’efficienza in modo preciso e immediato. I risultati di cui parliamo oggi non fanno altro che confermare l’importante patrimonio di competenze delle risorse umane di EmiliAmbiente ”.
Nei prossimi mesi l’impegno di EmiliAmbiente nella diminuzione delle perdite idriche conoscerà un nuovo passo avanti con l’avvio operativo dell’appalto per la modellazione idraulica, distrettualizzazione delle rete, analisi e ricerca delle perdite sulla rete di tutti gli 11 Comuni serviti dalla SpA: obiettivo, aumentare ulteriormente la conoscenza degli impianti per arrivare alla redazione di un “piano-acquedotto” complessivo, sulla cui base programmare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nel medio-lungo termine e portare, entro la fine del 2022, il livello di perdite di rete nel territorio servito ad un valore inferiore al 30%.